Corte d’Appello di Torino , 14 marzo 2024, n.3114 Sez. Famiglia.
In tema di assegnazione della casa familiare, il giudice, preso atto dell’incapacità delle parti di raggiungere un accordo, può decidere di riconoscere che i figli passino ‘pari tempi’ con entrambi i genitori, purché questi ultimi, nei tempi ordinari, ruotino, a settimane alterne, nella casa familiare.
Questo il principio enunciato nel provvedimento in esame.
Il Tribunale veniva chiamato a decidere In tema dell’assegnazione della casa familiare, rivendicata da entrambi i genitori, riconosciuti parimenti idonei genitorialmente ed entrambi con buone capacità genitoriali.
Considerato che la decisione avrebbe avuto come diretta conseguenza le modalità di collocazione abituale e residenza anagrafica delle figlie minori, il Tribunale, tenuto conto delle altre disponibilità immobiliari delle parti, decideva di riconoscere pari periodi di tempo con le figlie ad entrambi i genitori, con rotazione di questi ultimi, nella stessa casa familiare.
Benché avverso tale pronuncia la madre avesse promosso reclamo in quanto a suo dire non vi fossero le basi per un collocamento alternato delle minori, la Corte di Appello, sulla base delle relazioni svolte dai Servizi sociali, riteneva che ricorressero comunque i presupposti del collocamento paritario delle figlie minori con i genitori, con le disposte modalità presso l’abitazione familiare.
Siffatta decisione veniva anche giustificata dal fatto che la situazione abitativa dei genitori non si presentava di ostacolo alla prosecuzione dell’attuale assetto di vita delle minori in quanto, nelle more, quando non sarebbero stati di turno presso l’ex abitazione familiare, entrambi avrebbero fruito di idonea sistemazione, oltre al fatto che veniva evidenziato, per entrambe le minori, un attaccamento sufficientemente sicuro nei confronti di entrambi i genitori.
La Corte di Appello, a fronte della significativa difficoltà di comunicazione all’interno della coppia genitoriale, sottolineava infine la necessità e l’urgenza per la coppia di intraprendere un percorso di coordinazione genitoriale allo scopo di essere guidata in un processo di risoluzione alternativa per la condivisione di decisioni e iniziative a favore della prole.

